martedì 24 giugno 2014

Capire l'IKEA

Se c'è una cosa che davvero non mi piace, sono i luoghi comuni sulle differenze di genere.
"Le donne sono così e gli uomini sono cosà", mamma mia che antipatia. Che stupidità.
Come se non bastassero tutte le incomprensioni, i conflitti, i problemi quotidiani, manca solo metterci il carico da dodici con questo tipo di umorismo becero che fa il contrario di ciò in cui io credo, ovvero seguire le linee comuni per eliminare una delle più false idee che nutrono l'infelicità del mondo, quella della separazione.

Invece io, forse un tantino controcorrente, mi sono sempre baloccata nell'idea di un mondo ideale dove proprio NON ci fossero generi. O meglio ancora, democraticamente, un mondo popolato da mutaforma. Dove qualsiasi cosa nasci, poi in qualunque momento puoi trasformarti in ciò che vuoi. Maschio o femmina.

Questa quelli un po' nerd come me la capiscono con agilità

E LO SO: ora chissà a cosa staranno pensando molti di voi. Perché siete fissati col sesso!

Io invece di questo pianeta Bisesso vedo più che altro la convenienza pratica e l'aspetto ludico, la joie de vivre.
E' sera e hai voglia di uscire da solo a farti una passeggiata senza essere importunato? Voilà: ti trasformi in un giovanottone tutto muscoli. Ti innamori di un vestito scollatissimo rosso fiammante accessoriato di tacco dodici? Zac: ecco che sei una sventola stratosferica pronta a fare la migliore delle figure.

E qui, dopo una certa citazione, chi mi conosce SA che NON potevo resistere

Non liquidate l'idea come perturbante, perché, se ci pensate bene, non solo in un mondo dove la bellezza fosse alla portata di tutti va a sé che sarebbero altre, più che l'aspetto esteriore, le doti apprezzate, e quindi toccherebbe impegnarsi nell'eccellere in quisquilie attualmente un po' sottovalutate quali l'ingegno o la cultura o alcune doti morali; ma poi, se il genere non fosse un elemento elettivo, allora non potrebbe voler dire che l'amore andrebbe oltre la forma, alla persona di per sé?

Lo so: è un'idea spigolosetta, per cui al momento ve la lascio come mero spunto di riflessione, come suggestion, l'accantono e arrivo al tema del post.

Nel 2004, o giù di lì, ero infelice in amore. Innamorata ma spesso sola.
Vivevo da sola. Per la prima volta in vita mia. Per certi versi mi piaceva. Per altri no.
A volte la domenica restavo da sola. E se restavo da sola nella mia casa reggiana, cominciavo a pensare a quanto fossi sfortunata, ad essere innamorata e sola. Sigh, sigh.
Così uscivo.

A volte andavo in un centro commerciale.
E nei camerini di prova c'erano tante fortunate accompagnate dai propri Fidanzate o Mariti. Loro, non erano state lasciate da sole. In realtà, constatavo ben presto, più che altro avevano il potere contrattuale di trascinarceli, Fidanzati & Mariti.
Entravano nei camerini e Loro, F&M, lì fuori in attesa, visibilmente a disagio nel Mondo delle Donne Mezze Ignude.
Le sentivo sbuffare nel cambiarsi correndo come trasformisti, poi emergendo esauste:

"Come sto??"


E come stai? L'espressione, se andava bene, era la stessa che avrei avuto se avessero chiesto a me cosa ne pensavo dell'andamento della Champion League. Ma l'Uomo Medio è pavido e tace.
I più coraggiosi però si esprimevano.
Invariabilmente, seguiva scazzo.

Oppure, andavo a Bologna. All'IKEA. Di sabato pomeriggio.
Stranamente, per chi mi conosce, io in queste evenienze mi rivelo un tipo calmo. Introietto lo sclero e lo trasformo in sarcasmo, cosicché reggo benissimo i luoghi affollati.

Consiglio a tutte le coppie fidanzate ufficialmente, oltre al corso prematrimoniale (se desiderano convolare in chiesa), di trascorrere un sabato pomeriggio all'Ikea. Se dopo aver visto tanta insofferenza, incomprensione e disistima concentrate nello stesso luogo e momento desiderano ancora sposarsi, allora è vero amore. O vera ostinazione, che in alcuni casi è anche più efficace.

E così, dopo aver trascorso alcune ore assistendo allo spettacolo impietoso di esseri umani che un dì sospirando s'erano giurati eterno amore ed erano finiti col dare spettacolo sbranandosi sul comprare BESTÅ o UPPLEVA, riprendevo il treno e tornavo a casa.

Dove mi buttavo sulla mia poltrona (Ikea POÄNG - color naturale, lino - scelta, comprata e montata da me, e solamente da me, c***o!), mettevo un film in DVD, mi scaldavo una pizza al microonde (abitando in un deposito per biciclette questo esauriva le mie capacita coquinarie), se mi girava aprivo anche un barattolino di Häagen-Dazs (generalmente chocolate pralines e caramel, ma anche double caramel non mi dispiaceva).

E con tutte le mie forze ringraziavo il Cupido stronzo che da sempre vegliava sulla mia sfiga in amore.
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P.S. Per compensare tanto imperdonabile cinismo, mi sento in dovere di aggiungere una postilla.
Benché ne abbia fatto un uso quasi esclusivo durante i miei anni bohemienne e anche oggi abbia una libreria BILLY (ovviamente montata da me) grande quanto la Francia, penso che i mobili Ikea siano come gli SMS o le mail scritte mentre sei ubriaco: lì per lì ti sembrano idee geniali, ma poi dopo mica tanto.
Poiché INOLTRE penso che un'iniziativa umanitaria sarebbe quella di realizzare degli Småland per maschi adulti, con flipper, calci balilla e PS con maxischermi, vorrei unire questi due concetti affermando che a mio avviso all'Ikea non si dovrebbe andare tanto per i mobili, ma soprattutto per il cibo, e a cazzeggiare.

Infatti io sono anni che ci vado per comprare (coscientemente) inutili orpelli, o le piante, o i giocattoli (alcuni davvero fuori di testa); per annusare TUTTE le candele profumate; per vedere come si fa a far entrare un biliardo, un idromassaggio e un angolo bar in 30 mq, e, SOPRATTUTTO, per prendere dolci, salse e cibi alieni alla Bottega Svedese.

Non so se ci sia un tipo di uomo in grado di condividere quest'idea di fruizione dell'Ikea in modalità ludica (e abbastanza inutile nonché un po' surreale, ammettiamolo).
Alcune tavole d'argilla ritrovate in giare sigillate in una caverna nei pressi del Mar Morto affermano che tale uomo esiste, ma non specificano dove
Casomai trovaste questo prezioso reperto, vi consiglio di tenervelo stretto.
Se un sabato pomeriggio sentirò sghignazzare da sotto un piumino MYSA di un letto MALM, io capirò.


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