lunedì 7 luglio 2014

Nello scorrere del tempo

Ho un bel dire: oh, ma guarda, anche questa cosa finalmente ha rivelato il suo perché!
La verità è che non ho mai capito se niente succede per caso o se siamo noi a dare un significato alle cose.

Quando ero più giovane, avevo delle strane credenze. Facevo sogni densi densi e pieni di significati, nei quali persone care scomparse mi aprivano la vista alle biosfere emanate da ciascuno di noi, in forma di bozzoli luminosi, rassicurandomi su presente e futuro.

Dopo diversi anni una veggente, senza che tra l'altro gliel'avessi chiesto, mi garantì che in mia costante protezione potrò sempre contare su un uomo magro, dai lineamenti affilati e gli zigomi alti, in camice da medico, che mi seguirebbe ovunque, invisibile e sorridente: il mio bisnonno, nel cui amore per non dire culto mia nonna mi ha cresciuta.
Ma questo è successo quando già la vita mi aveva posto di fronte ad una serie abbastanza ampia di contraddizioni ed invincibili avversità per non permettermi di credere (o meglio non contare) più su un intervento esterno portatore di salvezza.

Quindi oggi sono più propensa alla seconda ipotesi: pace in terra agli uomini di buona volontà, ovvero a quelli che si accollano la fatica (a volte improba) di ricavare da soli un senso da ciò che accade.

Secondo me questa è una scelta decisamente più di buon senso, fosse solo per la basilare considerazione che im Lauf der Zeit, nello scorrere del tempo, le cose si accumulano.
Dove per "cose" intendo "sfortunati eventi", e per "si accumulano", di solito accade in perfetto ordine sparso, fra le nostre quarta e quinta vertebra cervicale.
Decidere di affidare agli elementi esterni i criteri su cui ragionare e rapportarci con l'universo andrebbe bene in un mondo in cui tutto filasse con perfetta equità e logica. Questione decisamente diversa è invece cercare di costruire nel tempo un modo di ragionare personale basato sull'equità e sulla logica, e affidarsi ad esso. Come ad un'isola verde interiore di luce e salvezza.

Inoltre, nel tempo i bambini crescono e noi imbianchiamo: ci si pone, tra gli altri, il problema di invecchiare con grazia, e va da sé che viaggiare più leggeri permette di procedere meglio
Una cosa che sembra sfuggire a molte persone adulte, è che in qualche modo siamo i testimonial della vita di fronte ai più giovani. Che figura facciamo fare all'esistenza umana mostrandoci sfiancati e pieni di rancore? Vogliamo davvero sfiduciare questi cittini prima che gli arrivi qualche batosta di per loro, eh?
Diciamocelo: non c'è spettacolo più inverecondo di un vecchio incarognito. L'astio non dona.

Per cui io personalmente penso sia preferibile strada facendo liberarsi della pesantezza delle cose inutili e negative. Non permettere alle esperienze negative, ai torti subiti, agli incidenti di insegnarci la lezione sbagliata e vincerci, ma anzi impiegare l'esperienza, la forza, la scorza che ci siamo fatti per comportarci come ottimi testimonial della vita.

Un altro problema? Fantastico, lo risolverò: ormai so come fare. Tu ce l'hai con me? Fatti sotto: ti faccio vedere io, quanto posso essere gentile. Guarda bambino: così si fa

Posso permettermi di continuare a sorridere, sognare, osare.
Ho nuotato in mezzo alla tempesta, ho attraversato il fuoco tante volte e sono ancora qui.
Ciò che non mi ha ucciso, mi ha reso più forte.



Who cares, se non verrete capiti. A chi può servire, servirà. E' per voi e per loro che lo fate, che siete così. Perché questa è una delle chiavi fondamentali di scelta: l'amore.
Amore per voi stessi, come persone, che supera sé stesso espandendosi fino agli altri. Amore per gli innocenti: i più giovani, quelli che verranno dopo. Amore anche per i meno innocenti: gli arrabbiati, quelli che soffrono e chiedono aiuto prendendosela con voi. Se sapete di essere forti, potete arrivare ad avvertire lo stesso senso di amore e protezione per tutti. L'ho sempre detto, non mi stancherò mai di crederci:

il vero amore è per le persone forti.

Inoltre per viaggiare leggeri può aiutare indubbiamente un dono quasi da esseri fatati, da coltivare con cura: una meravigliosa memoria selettiva.

Nell'estate dell'86 (credo) ricordo che ero innamorata. Ero malata e non potevo uscire di casa. Il ragazzo che mi piaceva mi aveva lasciato una sua maglia. Nelle notti di quell'estate io guardavo il cielo gremito di stelle dalla finestra della mia stanza e affondando il viso in quella maglia ricordo ancora nitidamente che aspiravo il suo profumo, il profumo che era rimasto nel tessuto: ricordo i colori, la trama, il profumo come fosse ieri.
Ricordo a malapena il ragazzo, il fatto che dopo esserci scambiati lettere bellissime e infiniti sospiri a distanza (ma davvero, cosa supera l'attesa di un amore? me lo chiedo ancora oggi) di persona fu la storia di un mesetto che ci fece lasciare nella reciproca indifferenza.

Sono passati tanti anni e diversi amori, ma di tutti gli amori che ho vissuto i ricordi nitidi sono dei momenti belli.
Gli stessi che mi fanno sperare ogni giorno che tutte le persone che ho conosciuto meglio (per esserci amati) stiano bene, siano serene, stiano proseguendo il proprio cammino nella felicità. 
I litigi, le incomprensioni, le rotture non hanno più nessuna importanza: so che ci sono state, ma solo come fatti, non come veri ricordi. Nel tempo il dolore è svanito, è rimasta solo la gioia.

Questo vale allo stesso modo per altri rapporti: se si ha l'immensa fortuna di avere dei figli non si rimugina tutta la vita sui dolori del parto o sulle notti passate in bianco, ma su tutti i momenti di felicità vissuti con le meravigliose creature che hai avuto il privilegio di crescere. 
Se hai degli amici, può essere che abbiate litigato e ve ne siate dette di veramente brutte, così come vi venivano, ma poi s'è fatta pace e ciò che conta è ben altro.

Perché il senso che ho scelto è che la fortuna è quella di poter essere vicini a qualcuno. Fare qualcosa di bello insieme: essersi utili nel rendersi felici.
Questo per me è il senso di qualsiasi storia umana.

Più vado avanti con gli anni, più la trovo una scelta sensata.

Per noi parlare di vecchiaia è quasi un tabù: pensarci e citarla suona anziché naturale stonato, come sintomo di depressione, o quasi maleducazione, come parlare di una cosa schifida durante un pasto, ma io che sono stata cresciuta da due persone anziane non la vedo così. A prescindere dal fatto che l'alternativa non mi pare un granché, ma poi se ci si arriva lucidi e ragionevolmente sani di corpo, posso testimoniare che non è niente male. I miei nonni erano uno spasso e considero il diventare una deliziosa vecchietta un ottimo obiettivo. Certo, ogni età è diversa e ci si devono aspettare cose diverse.

Verrà un giorno (immagino, credo), in cui si è destinati ad avere ben poche delle cose che abbiamo dato per scontate la maggior parte della vita, ovvero: non si ha più bellezza (non almeno la splendente bellezza della gioventù), non si ha più un indefinito futuro, non progetti a lungo termine.

In quel giorno (con un po' di fortuna) si possono avere ricordi. E io ho fatto e farò del mio meglio per averne di bellissimi.
Si può avere ancora amore.
Un amore sincero e profondo per tutti quello che abbiamo incrociato nel nostro cammino, per tutti quelli che verranno dopo di noi, e si ameranno come ci siamo amati noi. Grande come un oceano in cui infine potersi perdere, dolcemente.
E io vorrei potermici perdere, così: allora come ora, sognando come una ragazzina innamorata sotto le stelle in una notte d'estate.

Nessun commento:

Posta un commento