venerdì 20 febbraio 2015

Ma che coincidenza!

Approfitto della relativa non lucidità (e della disponibilità di tempo) datomi dall'influenza stagionale per cercare di affrontare un argomento che in condizioni normali (ovvero di piena razionalità) trovo ostico: quello del Destino.

E' un argomento che non tratto volentieri semplicemente perché in questo particolare momento della mia vita ho la convinzione che stia aumentando a livello sociale la tendenza alla superstizione e all'irrazionalità. Quindi non vorrei, per così dire, contribuire all'imbarbarimento.
Quand'ero più giovane inoltre nutrivo un forte interesse per le scienze esoteriche, la mitologia e il sincretismo religioso, mentre adesso ho una visione di me stessa come di una persona orientata al razionalismo e al pragmatismo, con un'etica definita e non influenzabile, basata su scelte del tutto personali. Quindi la mia formazione culturale "sospetta" costituisce per me più un'ulteriore resistenza che uno sprone a parlare di Destino e determinismo.

Tuttavia non posso non ammettere l'esistenza nella mia esperienza di alcuni elementi ricorrenti in modo rilevante, ovvero di "coincidenze". 
Così a titolo esemplificativo e non esaustivo (anche perché altrimenti i quattro gatti che mi leggono mi fanno notare, e a ragione, che scrivo post lunghi e pesanti come una mattonazza) vorrei citarvene alcuni.

Le Risposte dall'Universo: ovvero quando tu sei preso dai tuoi pensieri domandandoti cose utilissime alla vita di tutti i giorni, come ad esempio: "Uhmm, com'è l'esatta grafia di quella parola tedesca che vuol dire gioire delle disgrazie altrui?" Passa un minuto, magari baloccandoti con lo smartphone apri facebook (o alla TV, o per radio), ed ecco in cima agli aggiornamenti un bellissimo articolo su schadenfreude e weltschmerz. Ammettiamolo: oltre alla risposta, ricevi la sensazione di un pat-pat sulla testa da parte di un universo assistente e benevolo. 
Ovviamente, oltre che di risposte, può trattarsi più in generale di soluzioni. O calzini spaiati.
"Era proprio quello che cercavo!" "Era proprio quello che stavo pensando!"
E' bello sapere che ogni tanto l'Universo è efficiente in ciò per cui esiste. Ovvero, aiutare noi.

Gli Ancora Tu: che può presentarsi con situazioni, luoghi (il cosidetto deja vu, che tuttavia viene riconosciuto come una sensazione soggettiva), ma anche con persone, sia già conosciute che nuove. 
Se sono già conosciute, occhio che non si tratti di stalking (più o meno astutamente camuffato).
Quello che però mi interessa di più, è quando conosci una persona per la prima volta e scopri che, ah però! le vostre vite si sono incrociate già miriadi di volte, nei modi più diversi. 
Attenzione: non sto parlando di quei casi in cui quella persona ha moltissime cose in comune con un'altra del vostro passato (in questo caso potrebbe trattarsi di banale coazione a ripetere ovvero, per spiegarla più semplicemente: forse vi scegliete sempre lo stesso schifido tipo di amici e partner, quindi magari rifletteteci e dateci un taglio), ma quelli in cui ci sono oggettivi elementi di coincidenza. "Uh, quindi c'eri anche tu in quel resort a Bali nel 2003! E non ci siamo incrociati!" "Anch'io tutte le volte che vado a Cannes compro il miele alla lavanda, proprio in quel banco del mercato, pensa te!" "Conosci Giovanni? Io lo conosco da quindici anni! Non ti ho mai visto con lui!
Qui è tutta una questione di ottimismo o pessimismo.
Generalmente, i giovani animi trasecolano e palpitano anche un po'. Immaginano due destini come due linee luminose che spaziano nel tempo incrociandosi in bellissime volute, finendo per unirsi.
I vecchi cinici pensano che se per tanti anni vi siete sempre schivati di poco, magari un buon motivo c'era.

I Samarcanda: i veci e magari meno veci conosceranno l'omonima ed allegrissima canzone di Vecchioni. Un soldato cavalca in capo al mondo (appunto fino a Samarcanda) per sfuggire alla Morte e la trova ad aspettarlo proprio là. Oh che fortuna.
Non so voi, ma a me è capitato raramente di fuggire o meglio voler chiudere radicalmente con qualcosa o qualcuno. Casomai ho il problema di gestire dei rapporti di amicizia che tendo a far diventare omeopatici, dandoli per scontati e a causa del mio amore per la solitudine, ma non sono una persona dura e per natura evito le rotture definitive. Tuttavia è successo anche a me di chiudere del tutto con alcune persone, e a questi casi ho applicato tutto il mio perfezionismo.
Mettiamo il caso, ad esempio, che abbiate litigato definitivamente col vostro amico Mario, di Treviso: 35 anni (nato il 23 gennaio), alto 1:82, capelli rossi, piastrellista. Mario vi piaciucchiava, confessatelo. Ma avete litigato, ferocemente, e tanto basta. Con la morte nel cuore buttate tutti i suoi regali, cancellate il suo numero dal cellulare, eliminate le sue email, lo cancellate dai contatti, pregate gli amici comuni di non parlarvene mai più.
Dopo dieci giorni avete già conosciuto tre Marii. Quattro tipi di 35 anni. Dopo un mese, ad una cena vi presentano uno davvero simpatico. Già prima del dolce vi dice allegramente di essere nato il 23 di gennaio. Non lo stesso anno di Mario, ma insomma! Il giorno dopo oltretutto, quella bastarda della vostra amica che vi ha portato fuori a cena vi chiama e durante la telefonata dicendovi di dover rifare il bagno vi chiede se conoscete un buon piastrellista. Attaccate incazzate.
Vi riprendete grazie all'autoironia e non ci pensate più. Dopo sei mesi partecipate ad un evento figherimmo di degustazione vini. Ad un tratto vi girate e vi manca il respiro. Lo standista è rosso di capelli, alto poco più di 1:80 e sembra il sosia di Mario. "Signorina, deve provare questo Merlot trevigiano, è il meglio!" Ancora si starà chiedendo perché lo avete mandato a fare in culo.

Conclusione: Io ho smesso di interrogarmi sul significato profondo di parole come Destino, o Karma, o Kismet. Il passare del tempo impone una certa praticità nell'impostazione del proprio pensiero, ed attualmente sono persuasa che il miglior fine cui indirizzare il pensiero sia la semplice felicità. 
Sono abbastanza convinta che le coincidenze risultino dai fattori della realtà che maggiormente colpiscono la nostra attenzione, ovvero ci interessano. 
Quindi per amor di sintesi vorrei formulare il mio pensiero in un banale esempio / consiglio: se ci colpisce una persona perché il suo dolce preferito è il profiterole, non voglio arrivare a parlare di problema irrisolto, ma è assai probabile che in noi ci sia ancora vivo un interesse, un sentimento di qualsiasi natura verso qualcuno cui piaceva il profiterole. Forse la soluzione di recuperare la prima persona cui piaceva il profiterole e "risolvere" quel sentimento è ormai impraticabile, ma rifletterci e risolverlo da soli rendendocene consapevoli senz'altro lo è.
Carlos Ruiz Zafón ha scritto: "Le coincidenze sono le cicatrici del destino." Al di là di ciò che ognuno possa leggere in questo, io credo che è nel momento in cui opponiamo resistenza che creiamo i maggiori inganni per noi stessi.
Le "coincidenze" possono essere quindi utili indizi per capire alcune questioni del passato in sospeso; dannose in quanto pregiudizi, a mio avviso, se non correttamente valutate nel contesto nel quale sono state rilevate. 
Perché credo che la meraviglia di poter vivere il presente sia poter vivere le novità: poter ascoltare una musica nuova trovandoci frasi inedite, senza farci guastare questo piacere dal passato.
Credo che questo sia il senso che ho dato all'espressione "costruire il proprio destino".