venerdì 18 novembre 2016

Narciso e il suo Specchio

E' venerdì sera.
Avrei potuto dedicarmi ad una maratona di uno dei period drama che a me piacciono tanto, o dissipare il tempo in una maniera analoga, ma poi ho pensato di scrivere qualcosa, anche perché dopo questo periodo di inattività perdurare nell'ozio o anche risolvermi a rottamare tutta la faccenda del blog mi pare quantomeno poco riguardoso verso quei quattro gatti coraggiosi che affettuosissimamente continuano a leggermi.

Ieri sera parlando con mio figlio psicologo, ho appreso una cosa che mi ha particolarmente colpito.
Mi ha detto che redigendo l'ultima edizione del DSM è stata avanzata (provocatoriamente) la proposta di eliminare il Disturbo Narcisistico di Personalità dalle patologie trattate come tali, fondamentalmente perché ormai l'alta percentuale di narcisisti in circolazione potrebbe portare a considerare questo quadro psicologico come la norma, più che come una condizione patologica.

Per essere più esatti, è stato argomentato che, come in passato alcuni modelli culturali hanno di fatto promosso alcune patologie (es.: la schizofrenia degli sciamani, che "produceva" delle guide spirituali), la società moderna è premiante verso il Narcisismo.

L'ultimo dato trasmessomi dalla mia dotta prole che probabilmente per molti suonerà ovvio, ma che almeno per me è risultato illuminante, è che il narcisismo è causato dall'insicurezza.

Ora, molti sbuffando penseranno: "Sei diventata una noiosa e prevedibile radical chic", ma io non posso negare di aver pensato subito a milioni di bambine con le loro Barbie in mano: con questi vitini da vespa, maggiorate, questi fisici irraggiungibili, il trucco mai sbavato, perennemente strafighe.

Devo essere chiara? Non mi frega niente di dire cose già dette e ovvie.
Per quanto mi riguarda e per ciò che ho vissuto direttamente, sono convinta che viviamo in un mondo che fin dalla nascita ci manda un messaggio continuo: sii bello, o schiatta.
Già i bambini belli sono trattati meglio.
Anzi, il messaggio fondamentale è: anche se la natura è stata matrigna con te e t'ha fatto più che giglio carciofo, fai lo stesso di tutto per apparire al meglio. Compra roba. Buy More. Pinzettati, lustrati, lisciati, siliconati: arrangiati. Spendi tutto quello che puoi nel tentativo.

Ma al di là di tutti i soldi spesi per cose orribili che non mi interessa affatto stare qui a giudicare nel dettaglio, a mio avviso la questione del narcisismo è ben più ampia.

Apritevi banalmente la vecchia wiki e andatevi a leggere i tratti tipici del narcisismo.
Per comodità li copincollo:
  • Un'evidente concentrazione su se stessi negli scambi interpersonali;
  • Problemi nel mantenere relazioni soddisfacenti;
  • Mancanza di consapevolezza psicologica (vedi anche insightegosintonico);
  • Difficoltà con l'empatia;
  • Problemi nel distinguere se stessi dagli altri;
  • Ipersensibilità a qualsiasi insulto o insulto immaginato;
  • Vulnerabilità alla vergogna oppure al senso di colpa;
  • Linguaggio del corpo altezzoso;
  • Adulazione nei confronti delle persone che li ammirano e li rafforzano;
  • Il detestare coloro che non li ammirano;
  • L'uso di altre persone senza considerare il prezzo di tale azione;
  • Il fingere di essere più importanti di quanto lo siano realmente;
  • Il vantarsi (sottilmente ma con insistenza) dei loro risultati e l'esagerarli;
  • L'affermare di essere un "esperto" in molte cose;
  • Incapacità di vedere il mondo dal punto di vista degli altri;

Check, check, check. Tutti a pensare: questo è Tizio, questo è Caio.
Io ho pensato l'unica cosa che già sapevo: che per anni io sono stata una narcisista da manuale.
Il fatto che abbia pensato subito a me e a nessun altro già dovrebbe bastare, d'altra parte.

Sono stata per tantissimi anni altezzosa, fashion addicted, vanitosa, dipendente da chi nutriva la mia vanità, schiva, consapevole solo della mia incapacità di sostenere una relazione continuativa.

Il problema nel valutare il narcisismo, è che forse si pensa più agli aspetti irritanti dell'impatto sugli altri (in pratica quanto risultano antipatici i narcisisti), ma si considera di meno com'è globalmente un narcisista, il che è espresso perfettamente dal mito di Narciso.

Narciso è innamorato a tal punto della propria immagine da non poter distogliere il proprio sguardo dallo specchio d'acqua nel quale è il proprio riflesso, finché non vi cade dentro e muore.

Un narcisista è una persona insicura. Una persona che se magari fa in modo di sembrare agli altri altero e inarrivabile, magari dentro alla prima contrarietà si sente andare in pezzi come un meraviglioso lampadario di cristallo precipitato da venti metri, e corre a spendere un capitale in trucchi e vestiti (e accessori, non ci dimentichiamo gli accessori) per raggiungere una perfezione a cui non arriverà mai.

Come ho fatto per anni io.

Finché non mi è successa una cosa bellissima.

C'è stato un momento magico nella mia vita nel quale tutto è sembrato crollarmi addosso.

Prima di allora, mi sentivo onnipotente. Mi mettevo in testa una cosa e con testardaggine, sprezzo degli ostacoli e spirito guascone la ottenevo.
Improvvisamente però, tutto si è inceppato. Le cose non mi riuscivano più così bene né facilmente.
Le persone intorno a me per motivi diversi sembravano distanti e deluse da me, non apparivano più minimamente soggiogate dal mio fascino.

Ero estremamente provata, nel corpo e nello spirito.
Ho cominciato, com'è inevitabile, ad invecchiare. Per la prima volta ho sperimentato con stupore quella che credo sia un'esperienza comune alle donne di mezz'età, per cui agli uomini non si illumina più lo sguardo quando ti incontrano, ma smettono di guardarti. Diventi semplicemente invisibile.

Lì per lì ci sono stata malissimo.
Ho avuto la canonica crisi di mezz'età.
Pensavo: oddio, ho chiuso i giochi, e ora? Se tutto va bene mi resta qualche decennio di aspetto di merda, problemi geriatrici più o meno invalidanti e telefonate per obbligare i miei figli a pranzare con noi la domenica. Ho fatto anche la cazzata di sposare un uomo più giovane: ora mi tradirà, scapperà con una squinzia e mi lascerà da sola, vecchia con tre gatte e il mutuo da pagare (sì, lo so: sono il solito raggio di sole).

Sono stata tanto, tanto triste.
Poi ancora triste. E poi ancora.
Poi un giorno mi sono stancata.
Mi sono guardata allo specchio e mi sono detta:
"Bhe, già che è così e non puoi proprio evitarlo, magari puoi anche smetterla di fare la stronza."

Smettendo di preoccuparmi della terribile ingiustizia occorsami, mi sono dedicata ad altro.

Magicamente, tutto è cominciato ad andare  meglio.

Non è che io abbia smesso di amarmi, capiamoci. E' che non ho più quel rapporto d'amore ossessivo con me. Diciamo che ho deciso di prendermi una pausa e frequentare altre persone.

Così ho avuto modo di accorgermi che ad esempio mio marito in effetti mi amava, e anche parecchio. Magari aveva anche lui qualche problema, come ad esempio il fatto di aver appena perso entrambi i genitori, una cosa che nel momento in cui ho distolto tutta l'attenzione da me stessa ho avuto modo di afferrare compiutamente. Il fatto di aver avuto la pazienza di aspettarmi, nonostante tutto, me l'ha fatto apprezzare in un modo che non riesco ad esprimere totalmente per quanto è intenso. Posso solo dire che lui rappresenta la scelta migliore (e forse anche la più fortunata) della mia vita.

Sono riuscita a farmi delle amiche. Ovvero: avevo già delle amiche ovviamente, alle quali voglio anche molto bene, ma queste sono persone che frequento regolarmente. Non mi era mai successo prima.

E poi sì, sono una donna di mezz'età. Quest'estate ho dedicato due giorni (faticosissimi) per liberarmi di buoni due terzi dei miei vestiti. Un conto è avere il sospetto che sei stata un po' pazza con lo shopping, un altro è affrontare il tuo armadio ed averne la certezza.
Adesso so per certo che non voglio mai più avere cose inutili.

Dubito che andrò mai in giro in tuta a ginnastica e ricciolini "in ordine" ed è estremamente improbabile che smetterò mai di curare me stessa o truccarmi, ma ho definitivamente smesso di travestirmi per essere un personaggio incredibile. Durante la crisi ho processato a fatica il fatto di non essere né una geisha né una principessa di un qualche oscuro pianeta, quindi ho dato via kimono e vestiti alieni per accogliere il fatto che principi come "eleganza" e "agio" sono del tutto accettabili per vestirsi la mattina.
Non so se tutte le donne giovani provano ciò che provavo io, ma vorrei davvero poter condividere l'assenza di ansia che sperimento ora riguardo me stessa e il mio aspetto, il senso di libertà. la sicurezza.

Anche se alla prima occhiata valutativa risulto invisibile per il genere maschile, successivamente ho sperimentato qualcosa che non mi era mai capitato di vedere: la simpatia.
Non per le battute di spirito: quella è sempre stata simpatia facile da ottenere, ma reale, guadagnata per ciò che faccio.

Sinceramente? Credo di aver cominciato a parlare con gli altri imitando i discorsi di interesse reciproco e aver finito per interessarmi davvero a loro.
D'altra parte, se ti si libera tanta attenzione che prima rivolgevi esclusivamente a te stessa, in qualche modo la devi riallocare.

Insomma, oggi sono infinitamente più felice. Ah, saperlo prima.
Ovviamente, passo molto ma molto meno tempo di prima davanti allo specchio.
Tempo libero guadagnato che ultimamente trascorro ad esempio cucinando. Mentre canto.
O facendo lunghe passeggiate con mio marito. Tanto ora ho delle scarpe comode.