venerdì 18 aprile 2014

Subtweeting & Backstabbing

Dunque, ho pensato di scrivere questo post grazie a questo articolo:



In pratica (ve la riassumo per praticità) riporta la condanna per diffamazione di un tizio che, pur non citando esplicitamente il nome del proprio collega, ha scritto sul proprio profilo: "«attualmente defenestrato a causa dell'arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo...», aggiungendo quindi un'espressione volgare riferita alla moglie di quest'ultimo."  
Così, in amicizia, eh!

Tralasciando tutti i dettagli tecnico-legali legati alla definizione di diffamazione, insulto e affini (mia Mamma voleva che studiassi Giurisprudenza e questa è una delle Tante Gioie che Non Le Ho Dato, ma tant'è), la notizia rientrerebbe nella categoria "scoperte dell'acqua calda", se non fosse che mi offre l'occasione di parlare di un paio di forme di comunicazione perfettamente identificate e definite nel vocabolario inglese, ma non altrettanto in quello italiano e inspiegabilmente, aggiungerei, poiché per quanto indefinite, sono sempre più diffuse.

Si tratta del Subtweeting e del Backstabbing.

Ovvero, i due gemellini fetenti della comunicazione social



Vediamo di cosa si tratta.


Il Subtweeting letteralmente è il postare (tipicamente su twitter, ma ormai anche su altri social), messaggi contro qualcuno, senza citarlo direttamente.

Vero che ci siamo capiti al volo? In pratica, tutti quei post velenosetti che cominciano o contengono espressioni come: "quella persona..." "certa gente..." "i tipi che..." e diciamolo, trasudano livore, tanto che si capisce benissimo che sono fatti appositamente per tirare un metaforico calcio negli attributi di qualcuno, se non fosse che il qualcuno in questione non viene citato. L'ingiuria di solito è fatta per essere "abbastanza" trasparente per l'ingiuriato e l'entourage che condivide con l'insultante, dubbia "da poco a un po'" per tutti gli altri.

Il motivo più evidente per postare un subtweet è quello di evitare il confronto diretto con la persona che si sta attaccando. Ovviamente, si gioca sull'ambiguità: ce l'avrò con te oppure no? In questo senso, il subtweet aggiunge, per dirla politamente, una plus di squisita presa per il culo alla critica. "Gnegnegne: io ti insulto e tu neanche puoi tirarmi un pugno in faccia."


Con le dovute varianti ed eccezioni, in quanto, ad esempio, molti sono arrivati a chiarire abbastanza bene la reale natura dei propri post, usando - paradossalmente - l'hashtag: 




Ovviamenete, il subtweettato può replicare con un successivo sub-subtweet. Che può generare a sua volta un sub-sub-subtweet e così via, per quanto l'astio, il tempo a disposizione e il senso del ridicolo dei coinvolti consentono.

Il subtweeting non è un insulto per tutti. Ovviamente, può essere anche scambiato fra squinzie compagne di classe intente nelle proprie usuali scaramucce adolescenziali; tipicamente, nasce da frustrazioni, contrarietà amorose e gelosie di tutte le età, ma personalmente devo dire che i più belli e artistici subtweeting nascono tra divi del net, ovvero fra i blogger. Gente che sa scrivere, che attribuisce all'insulto on the web un'importanza consona e che sa usare la penna ovvero la tastiera quanto e più che una spada, o piuttosto come una katana. Si tratta spesso di elegantissimi superinsulti, di insinuazioni più velenose del gas nervino. Chapeau.


Solo che. C'è da dire che.


Parallelamente al diffondersi di questo tipo di attacco, si è assistito all'aumentare, altrettanto esponenziale, del timore di esserne oggetto. Come dire: per ogni essere umano pieno di risentimento, rancore e spirito di rivalsa, ce n'è sempre almeno un altro (o più) in preda alla paranoia. Il mondo è bello perché è vario.


Mi spiego con degli esempi.


Un mio contatto posta come status: "Certe bionde proprio non si regolano.

Mio coinvolgimento emotivo: fastidio. Paranoia = maximum level. Ma devo stacce. Perché il mondo è pieno di bionde! Che  sovente, ahimé, non si regolano.

"Certe bionde proprio non si regolano coi loro selfie compulsivi e il loro ego espanso."

Coinvolgimento emotivo: vago sospetto. Paranoia = livello medio. Più "codone di paglia". Terapia consigliata: dopo essermi chiesta se ho fatto qualcosa all'amico in questione, farei meglio a ri-ricordarmi che il web è pieno di bionde egocentriche. E già che ci sono, se io sono disposta ad accettare serenamente il mio egocentrismo (mmm...sì. Tutto ok.)

"Certe bionde romane rompipalle, piene di gatti, con la compulsione della scrittura e quell'aria da saputelle proprio non si regolano coi loro selfie, le loro foto di qualsiasi minchiata si trovino davanti e il loro ego espanso."

Coinvolgimento emotivo: I kick your ass. Paranoia =  non ci sta

Sub-subtweet? Qui interviene il carattere individuale. Perché la mia politica ufficiale è perseguire l'amore universale ed essere una persona conciliante ed assertiva, però ammetto dolorosamente che se mi trovassi in una circostanza del genere non credo seguirei una via indiretta, in quanto in alcuni casi mi scatta il cromosoma "'spetta 'nattimo?", famoso elemento genetico graficamente rappresentabile come segue:





E a proposito di amore universale ed assertività, passo a dare definizione di backstabbing, che letteralmente è: "pugnalare alle spalle". 


Per capire il backstabbing applicato al social networking, occorre compiere uno sforzo di immaginazione.
Non sto parlando di qualcuno che ad esempio si affilia ad un gruppo o ad una pagina per poi massacrarla di post negativi (quello è banale trolling), ma qualcosa di più subdolo e creativo.

Mettiamo ad esempio che una bionda (non io, un'altra) sia stata mollata dall'amato bene. 
Anziché scegliere il perdono, la catarsi e/o l'oblio, può decidere di optare per la vendetta attraverso il social backstabbing, in svariatissimi modi. O fingendo di voler rimanere in buoni rapporti con l'ex allo scopo di metterlo in cattiva luce con gli amici comuni (in pratica, né più né meno di quello che succede nel real), o fingendosi un'altra persona. In tal caso potrà carpire informazioni utili al proprio scopo a più livelli, spingendosi fino a reintavolare un flirt virtuale, se lei è molto brava e l'ex particolarmente boccalone. O, se la rottura è stata causata da un'altra persona, il raggiro potrebbe essere diretto verso di essa.

Un'applicazione anche molto frequente del backstabbing è in ambito professionale, dove usando o meno la propria identità ma comunque fingendosi amici dell'obiettivo, si mira a raccogliere informazioni particolarmente sputtananti, o attraverso i suoi post o via chat. 
Ad esempio, se il diffamante protagonista dell'articolo riportato all'inizio di questo post avesse avuto un approccio più strategico che tattico, forse avrebbe tentato una manovra di avvicinamento virtuale col "collega sommamente raccomandato e leccaculo", allo scopo specifico di studiare il nemico e magari raccogliere evidenze di qualche sua assenza ingiustificata, o insulto privato contro i loro superiori, o altri elementi ugualmente adatti a rovinare la sua reputazione e carriera. 

In buona sostanza, appare abbastanza evidente che la differenza fra subtweeting e backstabbing è ne fatto che, benché siano entrambi forme di attacco indiretto, il primo è più dovuto all'impulso del momento e in qualche modo mette comunque in campo l'attaccante, mentre il secondo è più ragionato e anche se dagli esiti più incerti, lascia ampi margini di anonimato a chi lo attua.

Concludendo, veniamo alla parte in cui cerco di rendermi utile, tentando a casaccio di dire cose sagge e sensate.

Adesso che sapete come si chiamano due cose che conoscevate già, dovreste farle?
Ovviamente no!
Ma vi rendete conto di che razza di masturbazioni mentali stiamo parlando?
Fate l'ammore (vero), non la guerra (virtuale). Ma che vi frega di scaramucciare on the web. Internet è forse la più grande invenzione dell'ultimo secolo e davvero "una benedizione di Dio", e quindi andrebbe usato come fanno tutte le persone più sane: per postare gattini, guardare video da ridere, musicali e non, trovare porno, fare giochini stupidi, rimorchiare, ecc.

Se davvero qualcuno vi ha fatto una puttanata, come tradirvi o fregarvi il posto o parlare male alle vostre spalle, secondo voi, qual è la migliore vendetta? Postare qualcosa che gli farà capire chiaramente che state rosicando? Perdere tempo a coltivare rabbia e dolore applicandovi sull'oggetto del vostro odio? O magari impiegare questo tempo sulla persona che vi ama di più al mondo, ovvero voi stessi, e finire per postare piuttosto una bella foto di voi in splendida forma su una spiaggia inondata di sole fra le braccia di un/a figo/a stratosferico/a, causando magari un intenso rosicamento al simpaticissimo rivale in questione? 

O, meglio di tutti, la totale, reciproca indifferenza sui reciproci sentimenti? 

E se foste voi l'obiettivo di queste Belle Cose?
Nel caso del subtweeting, vi consiglierei innanzitutto di chiedervi: sicuri sicuri che sia rivolto a voi? Vi rendete conto, vero, che il web è pieno di gente che vi somiglia e che fa le stesse cose sceme che fate voi? E che la paranoia è una brutta cosa? Magari, prendete in considerazione una vacanza. Dal web, ma anche in generale.

Io (ehm) ho "un po'" di contatti virtuali, scrivo "un bel po'" e in linea di massima esprimendo me stessa uso la delicatezza di un caterpillar, quindi in teoria dovrei ritrovarmi una coda di paglia piccola come l'A1.

E invece nonon penso mai che qualche post sia contro di me. Anzi. Sono assolutamente convinta che il mondo sia un bel posto, che la gente sia fondamentalmente buona e che in particolare tutti mi adorino. Se c'è qualcosa che davvero non sono, non sono paranoica, come mi fa sempre notare anche Ludwig, il mio unicorno rosa. 



Questo è Ludwig. Ludwig, non fare il timido, saluta i lettori.

Ma se il subtweettatore non avesse (volutamente o meno) lasciato adito a dubbi, creando un messaggio trasparentemente rivolto a voi, in tal caso vi invito a pensare: non è una cosa meravigliosa??
Quella persona vi sta pensando tanto!

Vi pensa, eppur vi teme: considerate il suo messaggio alla stregua di un omaggio, un cesto di frutta esotica (seppur un po' marcia) lasciato furtivamente da un indigeno tremante ai piedi di un idolo terribile scolpito nella pietra prima dell'alba.

E nel caso in cui i suoi amici si uniscano al coro dei fischi, tripudio: voi avete un fan club!
Siete popular come Joker, Darth Vader o Crimilde. Non siete mediocri come quelli che mugugnano contro di voi nascondendosi dietro dei sottintesi. E quindi, davvero volete abbassarvi al loro livello replicando? Fate un po' voi, eh.

In caso di backstabbing, c'è bisogno che ve lo dica? Se siete andati a spifferare i vostri più reconditi segreti al primo conosciuto in rete senza nessun criterio di valutazione o filtro, non è questione di raggiro, ma darwiniana. 


Sui segreti potremmo aprire un file infinito, sulle cotte prese chattando poi non ne parliamo: l'unica cosa che mi sento di scrivere come essenziale, è di cercare di comportarsi come nel real. Ovvero come ad esempio se anziché in chat foste su un autobus o in treno. Andateci leggeri, se riuscite. E' vero che a volte capita l'eccezione, ovvero quella persona con cui si scopre di avere delle affinità incredibili e alla quale si sente di poter raccontare tutto, ma ammetterete che se la persona da voi eletta a vostra anima gemella è la stessa che ha creato un account apposta per fregarvi, questo non depone molto a favore della vostra capacità di giudizio.


Inoltre, in linea di massima detesto fare la morale, ma è d'uopo ricordarvi che non è bello parlare male. Per quanto suoni poetico, mica è sempre vero che dal letame nascano i fior, ed è possibile che anzi il suddetto vi torni indietro sotto forma di pallate. Quindi, se possibile, evitate di esternare il vostro disappunto sparando a zero su amici, colleghi e familiari. Riflettete sul concetto di: retto pensare = retto parlare. 

Se avete qualcosa che non vi sta bene, provate a dirlo direttamente al diretto interessato. O non vi lamentate se poi si verrà a sapere grazie a qualcuno pronto a diffondere il vostro verbo. 

Oppure, siete perfettamente consapevoli di tutto quanto cui sopra, ma non vi interessa fatto, avendo raggiunto già da tempo l'aureo stato di 



Who Cares?


E allora, ovviamente, non esiste subtweeting o backstabbing che possa più raggiungervi. 

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